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La “quadreria” si trova al primo piano del Monastero ed è stata intitolata “Ala Amelio Tagliaferri”. L’Amministrazione Comunale ha deciso di allestire, in detti locali, una esposizione permanente di opere di artisti della regione Friuli Venezia Giulia facenti parte della Collezione d’arte comunale, con possibilità di ospitare delle mostre temporanee. Il progetto espositivo è in divenire, ma l’ala è già visitabile.
Si tratta del piano nobile che ospitava la serie di celle delle monache, il noviziato, il refettorio delle ammalate e l'infermeria, i cameroni delle “serve”. Il sottotetto, invece, era adibito a granaio. Molto suggestivi sono gli ambienti privati delle monache che per secoli sono stati inaccessibili. In particolare l'ala nord-est della clausura, realizzata agli inizi del XVIII secolo, conserva ancora il sistema di partizione in piccole stanze quadrate distribuite simmetricamente rispetto all’ampio corridoio dal pavimento in cotto. Le stanze hanno tutte una finestra che si affaccia su ambienti interni al monastero (il chiostro, l'orto sul Natisone): la vita privata delle monache rimaneva, in tal modo, del tutto celata. L'arredo era minimale: un letto in ferro, un lavamano, un piccolo scrittoio, un inginocchiatoio e un armadio per le poche cose personali. Nelle celle le monache si ritiravano per il riposo e per la meditazione personale.