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"Dal punto di vista architettonico, l’edificio si trova tra Occidente ed Oriente, tra passato e futuro"
Le parole del professor Torp, ci offrono una straordinaria chiave di lettura per comprendere l’edificio più iconografico – ed iconico - di epoca longobarda.
Varcando la porta d’entrata, ricavata nell’attigua modesta sacrestia e riservata a noi visitatori del terzo millennio, ci ritroviamo immediatamente nell’edificio originale del Tempietto Longobardo, nel suo stretto presbiterio, ma la nostra attenzione viene presto attirata dalla luminosità alla nostra sinistra, oltre il basso parapetto: si apre davanti ai nostri occhi un’aula quadrata, piccola ma straordinariamente slanciata in altezza, che ci offre uno spettacolare colpo d’occhio su una parete elegantemente decorata con affreschi raffinati e una serie di stucchi, delicati, eppure allo stesso tempo imponenti, dove sei figure femminili, quasi a grandezza naturale, ci sovrastano dall’alto.
Stiamo ammirando una delle più splendide e ambiziose commissioni giunte sino a noi dall’VIII secolo: il Tempietto Longobardo è la massima espressione di uno straordinario processo di interscambio ed integrazione culturale tra le originarie esperienze alto-germaniche, quelle locali (romana e bizantina) e gli apporti di aree mediterranee ed orientali, che ha caratterizzato il mondo longobardo in Italia.
Ieratiche e solenni, realizzate in altorilievo ad altezza quasi naturale, le statue con aureola potrebbero raffigurare sei sante. Tuttavia la loro identificazione è ancora incerta. È probabile che tra le maestranze ci fossero artigiani e artisti di provenienza siro-palestinese.
Ammirando l’affresco della vergine Hodighitria come anche quello del Cristo-Luce databile al 760 circa, incorniciati da decorazioni a stucco di pregiata manifattura, si ritrovano le influenze iconografiche dell’arte imperiale romana e bizantina.
Se desideri approfondire meglio gli aspetti storico artistici del Tempietto longobardo, puoi proseguire la lettura nella sezione approfondimenti storici
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